L’amore per il navimodellismo statico o radiocomandato è stato il “peccato originale” della mia professione.
E’ da qui, infatti, che è nato tutto.
Nelle pagine seguenti troverete i modelli navali da me realizzati, alcuni (BRAGOZZO, RAMPINO, GLADIATOR, MERCURIO) per hobby, gli altri per lavoro. Scopo di questi ultimi è quello di presentare alla stampa e agli addetti del settore le novità dei cantieri navali in materia di navi da crociera, navi da lavoro e navi militari. Il materiale usato per la costruzione degli scafi e sovrastrutture è, nella maggior parte dei casi, la plastica ABS. Utilizzando le tecniche di termoformatura e scatolatura si ottengono ottimi risultati in tempi più rapidi se confrontati con l’utilizzo di altri materiali. Per la rifinitura e d il dettaglio sono stati usati, oltre all’immancabile plastica, anche il legno, il plexiglas e vari metalli.
Le scale di riproduzione variano dalla 1:10 alla 1:200
BRAGOZZO CHIOGGIOTTO scala 1:25
Il mio primo modello navale in assoluto, per questo dal valore inestimabile, come il dollaro Numero Uno per Paperon de Paperoni. L’ho realizzato seguendo passo-passo la tecnica degli squeri, cioè piegando il legno con l’acqua e il fuoco e calafatando lo scafo con pece nera.
Molto pittoresco per le sue decorazioni e per le vele variopinte, il Bragozzo, nato a Chioggia, è stata l’imbarcazione da pesca più diffusa fra il 1800 e il 1950 e impiegata in tutto l’alto Adriatico dove ha cresciuto generazioni di pescatori.
Costruite negli squeri senza piani di costruzione, ma utilizzando solo delle dime (frutto di esperienze secolari) dette sesti, queste barche raggiungevano lunghezze superiori ai dodici metri, avevano un fondo piatto adatto ai bassi fondali e un grande timone che proprio per mancanza della chiglia conferiva stabilità alla barca. L’equipaggio poteva variare da tre a cinque uomini.
Le vele, le impavesate e la prua erano dipinte e adornate con disegni a tema religioso, marinaro, astronomico o scaramantico. Venivano impiegati colori sgargianti e facilmente reperibili come ocra, rosso mattone, nero e marrone. La colorazione delle vele era anche il segno distintivo delle varie famiglie di pescatori, ognuno aveva la propria.
Il Bragozzo, raffigurato nelle tele di grandi pittori e negli ex-voto dei pescatori, è entrato nella storia anche per aver “dato un passaggio” a Garibaldi e Anita fuggitivi nel delta del Po.
Nave RAMPINO scala 1:50
La vera nave Rampino era una nave appoggio subacquei, la mia Rampino invece è di fantasia e raffigura una nave per ricerche oceanografiche sul tipo della Calypso di Jacques Cousteau. C’è la camera iperbarica e il sottomarino per le esplorazioni subacquee.
Rimorchiatore GLADIATOR scala 1:25
Realizzato nei primi anni 90 è il mio terzo modello. Il primo ed indimenticabile (come tutte le “prime volte”) è stato il “BRAGOZZO” barca da pesca Adriatica, il secondo nave appoggio subacquei “RAMPINO” e poi, quarto, verrà il pattugliatore “MERCURIO”. Sia GLADIATOR che MERCURIO erano modelli naviganti; ora GLADIATOR è puramente statico, mentre è tuttora “in servizio” Nave MERCURIO.
Il modello “GLADIATOR” misura:
1120 mm lunghezza f.t.
750 mm da chiglia a testa albero
285 mm larghezza
peso: 12 kg. circa.
Conserva, dopo l’eliminazione di tutti gli asservimenti per la navigazione, l’impianto elettrico che con 30 lampadine a 3W illumina gli interni ed esterni delle tughe, della timoneria e dell’albero della nave.
Lo scafo, ordinate e fasciame, è stato rivestito, per simulare le lamiere, con foglietti di alluminio. Tali foglietti sono stati ricavati tagliando, dopo averle scolate, innumerevoli lattine, mentre tutte le sovrastrutture sono state realizzate in plastica. La verniciatura è stata fatta a pennello utilizzando colori acrilici all’acqua. Il modello è stato poi moderatamente “invecchiato” aggiungendo ruggini e macchie di sporco.
Invecchiando il modello ho compiuto una scelta importante, perché secondo il regolamento Federazione Internazionale Navimodel, i lavori presentati ai vari campionati devono essere verniciati come appena usciti dal cantiere, quindi senza invecchiamento. Al Campionato Italiano 2000 di CASTELLANZA (VA) nonostante 5-6 punti in meno per il motivo sopracitato, il buon “GLADIATOR” ha “beccato” un bellissimo 89 punti, medaglia di bronzo, ad un solo punto dall’argento e selezionato per la partecipazione ai Campionati Europei 2001.
Questa è solo una delle tante soddisfazioni che mi ha dato il Gladiator, tutte le altre arrivano ogni volta partecipo a mostre e qualcuno del pubblico si avvicina, guarda il mio modello, sorride, parla con chi gli sta accanto, mi chiede informazioni e poi prima di andarsene mi fa i complimenti. Ne ho fatte tante ma ogni volta è un’emozione.
Ringrazio la S.E.R.S. di Ravenna che mi ha consentito di visitare il vero “GLADIATOR” in ogni suo angolo e poter realizzazione un servizio fotografico senza il quale non avrei potuto scendere così nel dettaglio. Grazie ancora al suo equipaggio, soprattutto al motorista CARLETTO di Marina di Ravenna, che mi fece da guida.
Pattugliatore MERCURIO scala 1:50
Nave MERCURIO è stato il primo modello navale costruito interamente in plastica. Niente ordinate e fasciame, ma una stampata in vacuum-form di ABS, mentre le tughe sono scatolati sempre in ABS. Non è stato facile alloggiare tutti i dispositivi e le batterie necessarie per la navigazione radiocontrollata, perché lo scafo è stretto e lungo e dovevo restare nel peso altrimenti sarei sceso sotto la linea di galleggiamento e sarebbe stato un “brutto vedere”
Il modello “MERCURIO” misura:
1250 mm lunghezza f.t.
350 mm da chiglia a testa albero
215 mm larghezza
peso: 6.5 kg. circa.
Come sul “GLADIATOR” anche sulla “MERCURIO” è presente l’impianto elettrico che con una decina di lampadine illumina gli interni ed esterni delle tughe, della plancia comando e dell’alberetto presente sulla nave. La verniciatura è stata fatta con aerografo utilizzando vernici a base opaca per carrozzeria. Una volta stese le decals dei distintivi ottici sulle fiancate dello scafo e in coperta, sono state applicate due mani di trasparente opaco catalizzato in modo tale da proteggere maggiormente la verniciatura.
Ricordo la mia prima traversata, dopo tutte le prove effettuate nella vasca da bagno di casa, finalmente la nave si sarebbe allontanata da me, l’avrei governata da lontano solo con il joystick della radio… io sulla riva e lei nel mezzo del laghetto.
Più bravo e deciso di me fu mio figlio Luca (che allora aveva 11 anni), con la perizia di un lupo di mare, condusse la MERCURIO con sicurezza, avanti, indietro, a destra, a sinistra, per tutto il laghetto. Le sue evoluzioni gettarono lo scompiglio tra le carpe e i pesci rossi fino a quel giorno indisturbati. Sino ad esaurimento di tutte le batterie, comprese quelle di scorta.
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